Stiamo ormai terminando la potatura ma in vigna ormai si cammina su decine e decine di “cadaveri” . Dopo l’annata 2018 davvero il mal dell’esca sta diventando una peste che decima i vigneti con poche o nulle speranze di potervi porre rimedio in tempi brevi , da quello che mi risulta nessuno sta cercando un rimedio serio a parte la vendita di alcuni prodotti “preventivi” e la dendrochirurgia di Simonit e Sirch , che comunque , secondo me, presentano molti limiti e la sostanziale incapacità di estirpare la malattia. Ci sono vigneti che iniziano ad avere fallanze enormi e colleghi costretti ad abbatterne ettari ed ettari proprio per mancanza di redditività . Qualcuno ci salverà dal mal dell’esca ?
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Winesurf su Vini ad Arte
Vini ad Arte a Faenza: un Romagna Sangiovese Riserva 2016 molto meno… riservato
di Giovanni Solaroli su Winesurf
Le poche, rarissime volte che non sono andato a Vini ad Arte, alias Anteprima del Romagna Sangiovese, è stato solo per via di una malsana abitudine a trascorrere un paio di mesi invernali, a volte anche tre, in qualche paese sperduto nel globo terracqueo.
A questa edizione, la quattordicesima, ho invece partecipato in qualità di R.U.I.S.M.M.E.C.* per Winesurf.
L’anteprima romagnola si tiene, come sempre, al termine di quelle toscane che, partendo con i Chianti Lovers, passa per San Gimignano, la Leopolda, Montepulciano e si conclude infine con Montalcino, lasciando in vita ben pochi superstiti.
Solo pochi infatti, per lo più robusti Vikinghi e Andrea Gori, escono indenni dagli assaggi dei circa 23.457 vini. Un numero approssimativo, che non tiene conto di eventuali riassaggi.
In una cornice più rilassante e distensiva, quasi del tutto priva di agonismo prestazionale, è invece la kermesse Vini ad Arte, che si svolge al Museo Internazionale delle Ceramiche a Faenza. Onestamente per noi giornalisti degustare al M.I.C. è sempre un piacere, anche per via della possibilità di ammirare molte opere d’arte ceramica che sono, peraltro, il vero vanto della cittadina romagnola.
Il programma per la stampa prevedeva sostanzialmente due giornate: la domenica dedicata agli assaggi dei vini in anteprima con possibilità di proseguire con un “walk around tasting” (vale a dire “assaggi ai banchetti dei produttori) preceduta da un piccolo ed utile seminario, e il lunedì con visita alle cantine e presentazioni di un certo numero di aziende con i rispettivi vini.
Al pubblico è stata riservata una parte, a mio avviso troppo breve, la domenica pomeriggio, mentre la giornata del lunedì, come di rito, per i soli operatori del settore. Ma vediamo passo per passo le novità.
Il seminario.
Quest’anno gli organizzatori hanno cercato di fare qualcosa che potesse essere più utile ai giornalisti. Qualcosa di immediatamente fruibile alla comprensione dei vari territori e dei loro vini. Quindi niente lunghe presentazioni sui massimi sistemi, sull’export e sui consumi, sulla geologia, ma poche slides con numeri essenziali e un focus sull’andamento stagionale e vendemmiale, elementi indubbiamente utili ad un approccio più consapevole all’annata.
La presentazione delle MGA quest’anno è stata affidata a delle clips, dei mini filmati di un paio di minuti nei quali un produttore-attore ha descritto le caratteristiche essenziali della propria area e dei vini. Il tutto per la durata di un’oretta: utile e istruttiva.
Un elemento che mi ha sorpreso parecchio è stato constatare che il numero di bottiglie con la rivendicazione della MGA, è passato dalle 85.000 dell’annata 2015, alle 380.000 del 2016, partendo da una produzione di uve tutto sommato identica. Un buon segnale che indica una volontà di comunicare una propria zona in modo più preciso. Certamente una cosa non facile, visto che sinora l’omogeneità stilistica, all’interno delle sotto zone, scarseggia. La parte del Leone la fanno le MGA Bertinoro (che può usarla solo per la Riserva) Modigliana e Predappio. In ogni caso, tra Riserva MGA ed MGA, si parla del solo 3% di tutto il Sangiovese doc.
Le annate in degustazione
Una premessa a questo punto è doverosa: per annata in anteprima si deve intendere il 2016, millesimo di cui vengono presentati i Sangiovese Riserva.
Data l’esiguità dei campioni, una trentina già imbottigliati in via definitiva, gli organizzatori presentano anche molti sangiovese superiore e sangiovese con MGA di altre annate, 2017 e 2018. Per rimpolpare ulteriormente la lista dei vini, ed eventualmente dare la mazzata finale ai pochi sopravvissuti alle anteprime toscane, in assaggio c’erano anche una ventina di albana secco e una decina di albana passito. Oltre naturalmente una quindicina di sangiovese annata 2015. Infine, solitario come la particella di sodio dell’acqua Lete, un campione dell’annata 2013, del quale per pudore non riveliamo il nome.
Di un totale di 122 vini, forniti da una cinquantina di aziende, ne ho assaggiati 45. Per l’esattezza 34 dell’annata 2016, e 11 dell’annata 2015. Appena sufficienti per ricavare una prima impressione. Ma vediamo le caratteristiche dell’annata in esame, così come esposte nell’intervento di Maria Cristina Geminiani, produttore di riferimento assoluto.
“Un inverno decisamente mite e scarso di precipitazioni, sia piovose che nevose, ovunque ha sollecitato una partenza anticipata della ripresa vegetativa con un germogliamento precoce, quasi due settimane prima rispetto alla media delle ultime annate. Le precipitazioni, che si sono verificate copiose fra la fine di febbraio e marzo, hanno ribaltato la tendenza siccitosa anticipata dall’inverno: le temperature si sono abbassate e la vite ha cominciato a rallentare la sua crescita.
Questa alternanza di piogge a periodi di sole limitati si è protratta fino a giugno inoltrato. Questo anticipo ha messo a rischio “gelate” alcune zone fra quelle più precoci, dove in alcuni casi si sono verificati danni sensibili.
Nel mese di luglio si è verificata una forte ondata di caldo, con assenza di piogge ed alto tenore di umidità che grazie alle falde freatiche ricche di acqua non ha causato fenomeni di stress idrico. L’invaiatura è cominciata con leggero ritardo e le piante hanno sensibilmente prolungato la loro attività vegetativa.
Nel mese di agosto la vendemmia ha trovato un forte alleato. Le temperature elevate associate ad eccellenti escursioni termiche, alcune piogge cadenzate e scarsa umidità, hanno stimolato la pianta a completare l’invaiatura e indirizzarsi verso una buona maturazione.
La vendemmia è cominciata in ritardo rispetto alle annate precedenti, riportando un po’ i tempi di raccolta ad annate lontane, in abbinamento ad escursioni termiche ancora importanti e a uve sane.
Anche le zone ad altitudini più basse, che nelle ultime annate hanno lottato più drasticamente col grande caldo, si sono trovate a vendemmiare uve di buona maturazione, senza eccessi di zuccheri e acidità troppo basse, con un equilibrio consistente fra frutto e tannino.
Nel complesso una vendemmia facile, con vini di bella espressione fruttata associata a tannini anche importanti, soprattutto per i vini di alta gamma. Tannini ben maturi che lasciano intravedere nei vini un’ ottima capacità di evoluzione nel tempo.”
I vini: Riserva o titolare?
Oltre ai vini, un altro elemento di grande gioia che si prova nel partecipare alle anteprime, sta nel fatto che si incontrano colleghi con i quali confrontarsi. Quest’anno ad esempio ho apprezzato molto il confronto con due giornalisti scandinavi e con una giovane ma abile degustatrice italica. Un confronto avuto su una decina di vini solamente, ma che mi ha confermato quanto possano essere diverse le sensibilità sui tannini e sulla percezione di amaro nei vini che, nel caso dei nordici, è davvero molto alta. Il ché porta inevitabilmente a valutazioni finali diversissime.
Ciò detto, e ritornando ai Riserva 2016, l’elemento più evidente è che non c’è un elemento realmente evidente. Cosa voglio dire? Partiamo dal colore e dai profumi: sarebbe lecito attendersi differenze cromatiche tra zone alte su marne arenacee e zone dove dominano le argille o le sabbie, invece i colori sono molto simili.
Anche dal punto di vista dei profumi c’è una grande pulizia, con pochi campioni eccessivamente “oaky”, ma quasi tutti piuttosto chiusi e restii ad esprimersi con le caratteristiche note fruttate dei sangiovese di Romagna, probabilmente un aspetto dovuto all’imbottigliamento recente.
Quindi, molta pulizia, delicatezza aromatica e qualche occasionale accenno di surmaturazione. Un deciso passo avanti rispetto al passato. L’assaggio vero e proprio, ma ricordate che è riferito sempre e solo ai Sangiovese riserva, mantiene questo aspetto di maggior coesione tra aree produttive molto differenti. C’è più frutto e tannini maturi e dolci in vini che di solito sono più aspri e aggressivi e c’è più tensione e freschezza in vini che di solito sono più opulenti e pesanti.
Si affaccia quindi, in maniera più manifesta del solito, un’idea meglio definita del Sangiovese romagnolo in versione riserva, che deve esprimere bene il frutto, contenere il tannino e mantenere salda la freschezza acida. Nei 2016 c’è senza dubbio meno legno e usato meglio, meno vitigni complementari, meno doping sulla parte aromatica e una accortezza tannica decisamente migliore.
Merito dell’annata? Boh, e chi lo sa! Vedremo nel corso dell’anno con i prossimi assaggi come si comporteranno i vini, dopo un supplemento di bottiglia.
Ancora una nota a margine, ma poi mica tanto: se è vero, come già scrissi, che ai produttori romagnoli non difettano impegno e volontà nella ricerca di un’identità più definita, è altrettanto vero che la Romagna è nota a pochi e che per il mondo dei consumatori sia la Toscana la patria del sangiovese. Quale opportunità allora si dovrà offrire ad un consumatore straniero, o da fuori regione, perché scelga una referenza Romagnola invece di una Toscana? E’ questa la vera questione a cui trovare una risposta soddisfacente, convincente e conveniente.
Un ringraziamento di cuore a chi, produttori, agenzie stampa, istituzioni, sommelier di servizio, ha speso energie, tempo e denaro, per dare a noi la possibilità di scrivere e informare.
Hasta la pròxima vez!
*R.U.I.S.M.M.E.C: Redattore Unico In Sostituzione Macchi Ma Estremamente Competente
Vinodabere scrive di Vini ad Arte
Il titolo di questo articolo è nato spontaneamente durante la degustazione dei vini proposti in assaggio alla stampa a Vini ad Arte 2019 che, come ogni anno, si è tenuta nella bellissima cornice del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Il carattere allegro e esuberante, le vivaci tonalità cromatiche e la duttilità aromatica che si sono presentati in tutti vini delle annate degustate mi hanno fatto pensare agli acquerelli di Giovanni Paolo Bedini, pittore bolognese di metà ‘800, recentemente esibiti a Bologna in una mostra unica dal titolo: Giovanni Paolo Bedini. Il fascino della spensieratezza 1844-1924.
Giovanni Paolo Bedini. Il fascino della spensieratezza 1844-1924 – La veste nuova, olio su tela (fonte: Associazione Bologna per le Arti)
Tutte le valutazioni sui vini degustati sono state, in un certo qual modo, facilitate dalla conoscenza di ciò che mi aspettavo o meglio di ciò che potevo aspettarmi conoscendo la complessità del territorio romagnolo. Nulla di matematico, s’intende (e meno male!), ma la zonazione fatta sul territorio del Romagna Sangiovese è stata come un faro per cercare di riconoscere quel carattere peculiare che il vino assume a seconda della zona in cui è prodotto.
Le 12 sottozone indicate dalle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA) contraddistinguono uno specifico areale in base alle caratteristiche pedologiche, orografiche e microclimatiche. E di conseguenza, ogni sottozona esprime un vino con specificità identitarie uniche connotate però da un comune denominatore: la vivacità e l’esuberanza che accompagnano una beva “spensierata” e mai banale che plasma perfettamente l’annata e la territorialità.
Tutti gli assaggi sono stati una progressione di sfumature che, con leggiadria e piacevolezza, raccontavano un territorio variegato e multiforme dove le formazioni marnose-arenacee dell’alto Appennino lasciano il posto alle vene gessose della valle del Lamone fino ai conglomerati arenacei dello “Spungone” lungo il torrente Marzeno. Un territorio antico che il tempo ha scolpito per dare vini in grado di interpretate al meglio la stagionalità dell’annata: briosità e incompiutezza per il Romagna Sangiovese Superiore 2018; frutto e spezie per il Romagna Sangiovese Superiore 2017; equilibrio e dinamicità per il Romagna Sangiovese Superiore Riserva 2016; austerità ed eleganza per il Romagna Sangiovese Superiore Riserva 2015.
Di seguito, gli assaggi più interessanti.
Romagna Sangiovese Superiore 2018
Vini grintosi, ancora un po’ immaturi, dotati di freschezza, spezie e buona struttura.
Crepe, Ca’ di Sopra – Marzeno
Le Papesse di Papiano, Villa Papiano – Modigliana
I Voli, I Sabbioni – Oriolo
Federico, Pandolfa Noelia Ricci – Predappio
Tre Rocche, Fattoria Nicolucci – Predappio
Romagna Sangiovese Superiore 2017
Vini variamente asciutti e speziati dal frutto sobrio talvolta sottotono.
Oriolo, I Sabbioni – Oriolo
Pandolfo, Pandolfa Noelia Ricci – Predappio
Bartimeo, Stefano Berti – Predappio
Notturno, Drei Donà – Predappio
Cesco 1938, Piccolo Brunelli – Predappio
Colombarone, Tenuta La Viola – Bertinoro
InTerra Rosso, Tenuta La Viola – Bertinoro
Torre di Roversano, Tenuta Il Plino – Bertinoro
Smembar, Maria Galassi – Bertinoro
Tàibo, Tenuta Santa Lucia – San Vicinio
Baruccia, Tenuta Casali – San Vicinio
Primo Segno, Villa Venti – Longiano
I Diavoli, Le Rocche Malatestiane – Rimini
Scabi, San Valentino – Rimini
Romagna Sangiovese Superiore e Superiore Riserva 2016
Vini dinamici, verticali, longevi connotati da sapidità e tannini eleganti.
Domus Caia, Stefano Ferrucci – Serra
Pietramora, Fattoria Zerbina – Marzeno
Vigna 1922, Torre San Martino – Modigliana
I Rifugi, I Sabbioni – Oriolo
I Nespoli, Poderi dal Nespoli – Predappio
Chiara Condello, Condé – Predappio
Vigna del Generale, Fattoria Nicolucci – Predappio
Pruno, Drei Donà – Predappio
Colmano di Predappio, Zanetti Protonotari Campi – Predappio
Dante 1872, Piccolo Brunelli – Predappio
Pandolfo Riserva, Pandolfa Noelia Ricci – Predappio
Clivo del Re, Tenuta Uccellina – Bertinoro
Quartosole, Tenuta Casali – San Vicinio
Sassignolo, Tenuta Santa Lucia – San Vicinio
Rocca di Ribano, Spalletti Colonna di Paliano – Longiano
Villa Rasponi, Spalletti Colonna di Paliano – Longiano
Longiano Riserva, Villa Venti – Longiano
Romagna Sangiovese Superiore e Superiore Riserva 2015
Ampiezza, complessità, lunghezza, evoluzione: solo le caratteristiche ritrovate in questi vini.
Contragrande, Branchini – Imola
Amarcord d’un Ross, Trerè – Brisighella
Olmatello, Felsina Podere la berta – Brisighella
Vigna dei Dottori, Fiorentini Vini – Castrocaro
Sasso, Pertinello – Predappio
P. Honorii, Tenuta La Viola – Bertinoro
Il Mastino, Le Rocche Malatestiane – Rimini
Di nota anche gli assaggi di Romagna Albana secco e passito.
Romagna Albana Secco
Vini dritti e lineari che fluttuano dalle note di frutta fresca per l’annata 2018 alle piante aromatiche per l’annata 2017.
Dutia, 2018 – Branchini
A, 2018 – Fattoria Monticino Rosso
Bianco di Ceparano, 2018 – Fattoria Zerbina
I Croppi, 2018 – Celli
Fondatori GP, 2018 – Az. Merlotta
Valleripa, 2018 – Tenuta Casali
Romagna Albana 2017 – La Franzona
Amarcord ‘un Bianc, 2017 – Trerè
Albaplino, 2017 – Tenuta il Plino
Romagna Albana Passito
Cromaticità dorate fino al ramato per vini morbidi, eleganti resi scattanti da sapidità e freschezza.
Carpe diem, 2017 – Spalletti Colonna di Paliano
Arrocco, 2017 – Fattoria Zerbina
D’or Luce – botrytis, 2016 – Branchini
Kiria, 2016 – Calonga
Romagna Albana Passito 2015 – Fattoria Monticino Rosso
Passito, 2015 – Bissino Raffaella
Sibilla, 2015 – Poderi delle Rocche
Olimpia, 2013 – Ballardini Riccardo
Vini ad Arte 2019
Il 17 e 18 febbraio il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (RA) ospiterà anche in questo 2019 il meglio della produzione vinicola della Romagna per la quattordicesima edizione di “Vini ad Arte”, evento che porta all’attenzione internazionale l’anteprima del Romagna Sangiovese Riserva 2016, e non solo.
Per la regia del Consorzio Vini di Romagna, gli spazi del MIC ospiteranno oltre 50 produttori, in rappresentanza di tutta la Romagna enologica, da Rimini al comprensorio Imolese passando per le province di Forlì-Cesena e Ravenna, che presenteranno al pubblico, agli operatori del settore Ho.Re.Ca. e a più di 30 giornalisti della stampa internazionale le nuove annate di Romagna Sangiovese e Albana.
Confermato il format dell’evento che vedrà domenica 17 febbraio l’apertura al pubblico dalle ore 16 alle ore 19:30(prezzo ingresso 20 €) e lunedì 18 febbraio la giornata riservata agli operatori di settore che potranno registrarsi online sul sito www.viniadarte.it.
“Vini ad Arte” anche per il 2019 si conferma l’appuntamento enologico di riferimento per cogliere l’evoluzione della Romagna, grazie alla presenza delle cantine romagnole più rappresentative unite a dar voce a un territorio unico, ricco di eccellenze e peculiarità enogastronomiche, artistiche e culturali.
Ad anticipare l’evento è in corso “Aspettando Vini ad Arte”, iniziativa in collaborazione con Confcommercio Ascom Faenza e Confesercenti Faenza finalizzata a offrire al pubblico menu abbinati ai vini DOP romagnoli, presso un’ampia selezione di ristoranti del territorio. Quanti consumeranno vini DOP di Romagna in una delle strutture aderenti, riceveranno una riduzione di 5€ da utilizzare per l’ingresso al MIC la domenica 17 (ore 16-19.30, ingresso non scontato 20€).
Alle 16 di domenica avrà luogo anche la fase finale, aperta al pubblico, della 17° edizione del “Master del Sangiovese 2019 – Trofeo Consorzio Vini di Romagna”: concorso riservato ai sommelier organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier con l’intento di promuovere gli ambasciatori del Sangiovese.
“Vini ad Arte” sarà anche tappa del “Premio Carta Canta”, l’iniziativa di Enoteca Regionale Emilia Romagna in collaborazione con FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Emilia Romagna, aderente a Confcommercio, con una particolare “Selezione Vini ad Arte”. L’iniziativa mira ad avvalorare e riconoscere l’impegno di chi crede nella tipicità del territorio e arricchisce la propria carta dei vini con specialità locali. “Carta Canta”, infatti, premia le carte dei vini di ristoranti, enoteche, bar, agriturismi, stabilimenti balneari e hotel che propongono un assortimento qualificato di vini dell’Emilia Romagna all’interno dei propri menù. I primi tre classificati a Faenza saranno premiati al Vinitaly 2019 a Verona nell’ambito della 5° edizione dell’evento nazionale “Carta Canta”.
La nuova mostra ai Musei San Domenico : Ottocento , l’arte dell’Italia tra Hayaz e Segantini
Un’altra bella occasione per venire a Forlì , vedere belle opere d’arte, mangiare qualcosa di buono e magari visitare qualche cantina nei dintorni.
Questa quattordicesima mostra ,che aprirà il 9 febbraio 2019 e chiuderà il 16 giugno 2019, riguarderà la grande arte dell’Italia dell’Ottocento, tra l’ultima fase del Romanticismo e le sperimentazioni artistiche del nuovo secolo. Le opere di Hayez e Segantini rappresenteranno i confini simbolici tra classicismo e rinnovamento di questo periodo che anticipa la grande rivoluzione artistica del Futurismo. In mostra non ci saranno solo i lavori di Hayez e Segantini, infatti il pubblico potrà ammirare i capolavori di Ciseri, Previati, Cremona, Costa, Fattori, Cammarano e diversi altri pittori e scultori. E si potranno osservare anche i raffinati tocchi della pittura di Pellizza da Volpedo con dipinti come la Fiumana.
Sirocco e sangiovese per Cavarei
Lo maggior corno
Lo maggior corno de la vite antica cominciò a crollarsi mormorando pur come quella cui vento affatica: indi la gemma qua e là menando come fosse la lingua che parlasse , gittò voce di fuori , e disse : ” Quando mi dipartì da Ravaldino … ”
Dal Canto XXVI della Divina Commedia
Buon 2019 !!!
Ravaldo 2016, “vino molto buono del quale vorremmo avere una piccola scorta in cantina”
Nell’ultimo numero della rivista Merum , letta in Svizzera , Austria e Germania, si parla di tanti vini ma , per una volta , di vini romagnoli e in particolare di sangiovese . Dal report che ci hanno mandato sembra che il nostro Ravaldo 2016 sia stato molto gradito : d’altronde ,quest’anno, era l’unico nostro classico sangiovese a non aver ancora ricevuto una pacca sulla spalla .
Altri riconoscimenti al Bartimeo 2016
Dopo I Tre Bicchieri il nostro Romagna Sangiovese DOC Bartimeo 2016 si aggiudica anche il Premio Qualità Prezzo all’interno della Guida Berebene 2019 del Gambero Rosso . Siamo grati ai curatori per il nuovo riconoscimento attribuito e vi garantiamo che il Bartimeo 2017 sarà all’altezza del suo predecessore .