Drink Babe

Jawfish

“Non essendo esattamente l’intellettuale italiano sulla sessantina con la casa in Toscana, quello che si mette a fare non è il vino (di cui non gli importa nulla) ma esattamente il contrario di quello che per noi è, il vino. In sostanza smonta l’idea di vino.
Prima cosa: lo chiama BABE. Un nome evidentemente perfetto per una marca di intimo. Seconda cosa: non si capisce esattamente che vino è. Un rosé, pare. Uvaggio, annata, quelle cose lì, non si sanno. Terza cosa: non c’è la bottiglia, che nel vino è un’icona. È in lattina (in lattina?!). Sì, in lattina. Tipo una Coca-Cola.”

Drink Babe di Roberto Marone

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Emilia-Romagnavini.it parla di noi e di ancestrale

Ho appena finito di rileggere La Malora, breve ma intenso romanzo di Beppe Fenoglio, che venne pubblicato l’anno dopo la mia nascita. L’incipit, di cui trascrivo solo una piccola parte, “Pioveva su tutte le langhe, lassú a San Benedetto mio padre si pigliava la sua prima acqua sottoterra….” mi ha suggerito un qualche pensiero; niente di profondo, difatti in questo mi ritengo meno di un manovale della scrittura. Per la legge degli opposti (non so nemmeno se esiste davvero una legge simile) il triste e duro incipit, così come tutto il contesto in cui si svolgono le vicende di Agostino Braida e della sua sventurata famiglia, mi ha fatto pensare alla primavera, a quanto sia bello poter osservare la vita che si risveglia. Uno dei segnali che ci manda la primavera, oltre a riniti da allergie varie, e la subitanea visone di quel piccolo strato adiposo che ci eravamo ripromessi di smantellare, è la voglia di rifarsi il look. Come la natura che ci circonda, anche noi vorremmo poter rifiorire, e dunque ci serve una linea cosmetica.

In campo vinoso, non potendo far conto sull’efficacia di creme a base di uve, mosti, estratti di vinaccioli vari, massaggi a base di corteccia di viti, non resta che affidarsi alla linea di vini “cosmetica” del nostro Stefano Berti, vignaiolo in Ravaldino in Monte. Oltre a fare vini efficaci nel produrre risvegli di varia natura, a tal proposito bastino alcuni nomi: Rossetto e Cipria, Stefano è anche un bravo restitutore di immagini.

Le immagini che crea, cioè le fotografie che scatta, spesso ci mostrano oggetti e paesaggi comuni, che ripresi da un punto di vista poco conforme, a volte non riconosciamo. Ad esempio è facile scambiare un fauno dei boschi, per un vignaiolo moderno e viceversa. Ma veniamo ai vini: espressioni variopinte di sangiovese, nella MGA Predappio, provenienti dai poco più di 5 ettari vitati che Stefano coltiva e da cui ricava ben quattro rossi e due rosati.

Oggi è primavera, ufficiosamente il trimestre romagnolo del Rossetto, vino uscito per la prima volta con il millesimo 2017. Si tratta di un rifermentato in bottiglia tramite metodo ancestrale, come va per la maggiore oggi, da sole uve sangiovese vinificate in rosato. La bottiglia è chiusa con il tappo corona e con bidule. Dal prossimo anno, cioè la 2018, il migliaio di bottiglie prodotte verranno chiuse solo con il tappo corona. Non vi spaventate se alla vista il vino mostrerà un lieve deposito di lieviti, è un fatto del tutto naturale, essendo per l’appunto, un metodo ancestrale.

Depositi che non impediscono di osservare il bel punto di rosa, ottenuto grazie ad una cippa di macerazione. Non faticherete a riscontrare intensi profumi di fiori, più accentuali nei primi mesi, e di lamponi. Così come è difficile non restare ammaliati dalla freschezza e dalla sapidità, elementi distintivi del Rossetto, resi, off course, più audaci dal contributo dell’effervescenza.

ROSSETTO, Rosato Metodo Ancestrale

Giovanni Solaroli

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Di buone intenzioni …

Aprile 19

Dopo un inizio marzo primaverile e tiepido adesso un aprile uggioso e incerto, quasi freddo . Le vigne sono partite pimpanti , ci sono già i grappolini distesi e attacchi di nottue o di sigarai non ne abbiamo visti . Certo non ci sono state grandi piogge ed è difficile pensare di poter affrontare la stagione estiva con l’acqua attualmente nelle falde , per evitare il crearsi di criticità ne serve ancora e , a questo punto, si spera che la faccia diluita nel tempo ma , si sa , di buone intenzioni è lastricato l’inferno .

Vinitaly 2019

fivi vinitaly 19

Dal 7 al 10 aprile 2019 si svolgerà a Verona il Vinitaly , una delle manifestazioni sul vino più importanti al mondo. Noi saremo al Padiglione 9 , nello stand E16/D17, come co-espositori del Gruppo Matura, che ci sostiene e ci supporta in questi quattro giorni di incontri . Ci piace segnalare anche la posizione di altre aziende che fanno parte della delegazione romagnola della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti , di cui facciamo parte e che sosteniamo con forza nella sua attività a difesa degli artigiani vignaioli .

L’evoluzione della specie

Nel giro di 20 anni siamo passati da Paese esportatore di vini fermi, soprattutto rossi, a uno che vende bianchi-spumanti. Con il risultato che è questa l’immagine del vino italiano percepita sempre più dalle nuove generazioni di consumatori nel mondo. Ma ne siamo realmente consapevoli?

Corriere Vinicolo magazine (n. 11-2019)homeless

A Belluno da Enrico & Louis

officine aperte

Sabato 30 marzo, dalle 10:00 alle 16:00, a Belluno , in Via Tomea 9,  Officine apre le porte dei laboratori di cucina, pizzeria e pasticceria, invitando tutti i clienti ad un viaggio attraverso la filosofia del locale.
Nelle sale saranno presenti molti dei produttori con cui Officine ha instaurato rapporti longevi fatti di reciproca stima con l’unico intento di promuovere la cultura del buon cibo.
Ai clienti, quindi, la possibilità di interagire con i nostri fornitori, assaggiando le materie prime che da anni trasformiamo per portare in tavola un piatto sano, giusto e buono!
Non serve prenotazione, né un orario del vostro arrivo, arrivate curiosi e basta!

Sarà un’ottima annata

L’inverno non è ancora finito, la primavera non è ancora ufficialmente iniziata ma già temporali “estivi” portano acqua e grandine . La 2019 sarà di certo un’ottima annata .temp 2019

Perchè ci devo mettere tutta questa “passione ” ?

san sebastiano (2)

Ogni tanto qualcuno ti dice che ” per fare il vino ci vuole tanta passione “. Ma in che senso ? Nel senso che io devo soffrire e tu godere ? Nel senso che io lavoro senza guadagnare che tanto sono già gratificato dalla soddisfazione di produrre un liquido alcolico ? No perchè ‘sta storia ormai ha un po’ stancato , a me sembra che sia soltanto un pretesto per dire che ci dobbiamo accontentare , che abbiamo scelto un lavoro che non ti farà guadagnare denaro ma ti darà tanta soddisfazione spirituale , una specie di purgatorio in terra che poi ti farà guadagnare il paradiso quando sarai morto, un’ascesi mistica che ti farà elevare da terra come un drone e vedrai tutto come lo vede Dio in un fulminante stato di estasi . A me basterebbe semplicemente pagare i costi di produzione e ricavare uno stipendio per vivere decentemente cercando di mantenere l’azienda vitale e competitiva, tutto qui , un’impresa individuale come ce ne sono tante : perchè ci devo mettere tutta questa “passione” ?