
Il Bartimeo 2018 : piccolo-grande vino

Dopo un inizio marzo primaverile e tiepido adesso un aprile uggioso e incerto, quasi freddo . Le vigne sono partite pimpanti , ci sono già i grappolini distesi e attacchi di nottue o di sigarai non ne abbiamo visti . Certo non ci sono state grandi piogge ed è difficile pensare di poter affrontare la stagione estiva con l’acqua attualmente nelle falde , per evitare il crearsi di criticità ne serve ancora e , a questo punto, si spera che la faccia diluita nel tempo ma , si sa , di buone intenzioni è lastricato l’inferno .
Nel giro di 20 anni siamo passati da Paese esportatore di vini fermi, soprattutto rossi, a uno che vende bianchi-spumanti. Con il risultato che è questa l’immagine del vino italiano percepita sempre più dalle nuove generazioni di consumatori nel mondo. Ma ne siamo realmente consapevoli?
L’inverno non è ancora finito, la primavera non è ancora ufficialmente iniziata ma già temporali “estivi” portano acqua e grandine . La 2019 sarà di certo un’ottima annata .
Lo maggior corno de la vite antica cominciò a crollarsi mormorando pur come quella cui vento affatica: indi la gemma qua e là menando come fosse la lingua che parlasse , gittò voce di fuori , e disse : ” Quando mi dipartì da Ravaldino … ”
Dal Canto XXVI della Divina Commedia
Nell’ultimo numero della rivista Merum , letta in Svizzera , Austria e Germania, si parla di tanti vini ma , per una volta , di vini romagnoli e in particolare di sangiovese . Dal report che ci hanno mandato sembra che il nostro Ravaldo 2016 sia stato molto gradito : d’altronde ,quest’anno, era l’unico nostro classico sangiovese a non aver ancora ricevuto una pacca sulla spalla .