“…Imbattersi in rari vini sfusi molto migliori di tanti prodotti imbottigliati, rende evidente la responsabilità del contenitore di prestigio. Gli sforzi prodotti per ottenere prodotti di successo, capaci di rivaleggiare con vitigni e denominazioni più blasonati, mettono in luce l’immaturità di un potenziale da coltivare affrancandosi da competenze accademiche esterne, standardizzate (quasi fossilizzate), creando una propria consapevolezza fondata sull’osservazione e sulla degustazione. Occorrerà tempo. La naturalezza e la spontaneità dei migliori prodotti “base”, persino di quelli teoricamente molto umili, dovrebbe incoraggiare a preservare quanto di buono si ottiene da una viticoltura gestita con cura e fatica, senza bisogno di artifizi….”