Trascriviamo da oggi alcuni brani di un servizio sul Sangiovese di Romagna pubblicato su Porthos n.°28.
“Vitigno difficile ,il Sangiovese è al tempo stesso labile e sensibile, richiede dedizione e coraggio…..Ottenere grandi risultati con il Sangiovese in Romagna, per quanto possa sembrare paradossale, è una sfida……In terra di Romagna, i vini capaci di offrire emozioni sono episodici, mentre è facile trovare frutti di una corretta esecuzione tecnica, da bere senza impegno…..A partire dalla metà degli anni novanta, con un’accelerazione imposta dal boom delle belle etichette, la Romagna “scopre” la propria vocazione per il vino pregiato. Un marketing stentato cerca anche di valorizzare la parentela con la celebre toscana…..Una lunga serie di motivi invita alla sospensione del giudizio sul Sangiovese di Romagna. Lo sviluppo tardivo della vitivinicoltura di qualità ha una responsabilità fondamentale: giovane età delle viti,”buco” di conoscenze dovuto al semiabbandono delle zone più vocate negli scorsi decenni, ricorso a consulenze esterne e a vitigni internazionali, incompleta padronanza di alcuni strumenti enologici. Si aggiungono la penuria di investimenti, l’inquadramento legislativo confusionario, la mancanza di idee chiare che genera gamme di prodotti studiate per accontentare tutti, la difficile collocazione sul mercato e il conseguente, deleterio gioco al ribasso di diverse aziende. la riconversione è arrivata tardi, probabilmente con l’ansia di cogliere gli ultimi futti di un momento d’oro nel commercio del vino….Per ora sono emerse pochissime personalità di rilievo…”