Finchè la vasca va lasciala andare !

La raccolta dell’uva è finita da qualche giorno, ho rimasto solo tre vasche ancora in fermentazione, altre vasche di vino nuovo stanno già facendo la malolattica e quindi mi sembra si possa già azzardare qualche giudizio sull’annata 2009 a Ravaldino in Monte: i vini migliori( diciamo tutto il Calisto e l’ossatura del Ravaldo) li abbiamo fatti dalle uve raccolte per prime e da quelle raccolte per ultime, bel frutto, belle bucce e bei vinaccioli, fermentazioni di una ventina di giorni con andamenti lineari e senza problemi, anche il grado alcolico non è esagerato, insomma siamo soddisfatti. Per quel che riguarda le altre uve la raccolta si è svolta in due fasi: la prima in cui abbiamo fatto delle scelte per fare sostanzialmente il Ravaldo guidati da una buona maturità delle bucce e da uno zucchero moderato, la seconda guidati dal fatto che, in alcuni vigneti, dopo quattro giorni di piogge ripetute l’uva iniziava ad essere un po’ “stanca” e quindi abbiamo raccolto tutte queste partite un po’ a rischio lavorando poi in cantina con temperature un po’ basse per cercare  di portare nel vino, un po’ scarso di struttura, almeno frutto e aromi da usare poi sia per il Ravaldo sia per il Bartimeo; anche qui l’obbiettivo sembra raggiunto. Una piccola nota anche per il Suppergiù che quest’anno ha un bell’equilibrio, buona acidità, grado alcolico decente e dei buoni profumi, forse delle tre annate fin qui prodotte il meglio riuscito.  Un’ultima postilla sui quantitativi che sono stati volutamente un po’ più abbondanti del solito ( leggi ” ho diradato un po’ meno”) soprattutto nelle vigne dove ormai sappiamo che andremo a fare o del Bartimeo o del Ravaldo: devo dire che la cosa comunque ha funzionato e forse ci ha permesso di portare a casa un po’ di acidità in più che qui non guasta mai visto che di solito è più scarsa che abbondante.

Pubblicato da Stefano Berti

vignaiolo

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7 commenti

  1. Caro Stefano, temo che la prossima stagione farò come te (cioè diradare meno) perchè il Sangiovese proveniente dalle vigne dove ho “staccato” di più per paura della siccità, ha sviluppato un alcol fuori misura, tant’è vero che sono stato costretto ad “allungarlo” un pò con quello delle vigne destinate al conferimento, altrimenti altro che Amarone…….
    Un caro saluto.

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  2. HO RIPRESO PC OGGI PER UN GUASTO CASPITA QUATE NOVITA ‘:ALLORAPRIMA COSA AUGURI AL SIG. BERTI PER I SUOI 5O ANNI VEDO CHE E’UN BILANCIA COME ME . POI AL SIG. SUCCI COSI ARRABBIATO DICO CHE SE PRENDE LA VITA COSI’ NON CAMBIERA’ LA SITUAZIONEQUINDI ……

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  3. Auguri Stefano, pensavo fossi più giovane, tipo classe 62,64.
    @Filo
    E’ vero, la situazione non la cambio di sicuro ma è più forte di me, specie quando ti senti preso per i fondelli; tra l’altro proprio ‘sta settimana mi hanno pagato delle fatture ancora del 2008 con un assegno postdatato di un mese! Sgrrrrrrrrrrr!
    Quindi Stefano, mal comune, mezzo gaudio.
    Come si suol dire? “T’nèm bòta”

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  4. sig succi lei si arrabbia per le fatture postdatate io m’arrabbio quando scrivete romagnolo che non ci capisco un tubo….. va be pazienza . mi tolga una curiosita come si chiama la sua azienda e i suoi vini ?

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  5. @ Filo
    Allora, tanto per cominciare aboliamo subito quel Sig. Succi per 2 motivi:
    1- il linguaggio bloggesco impone il “tu” e, 2- anche se non lo facesse lo impongo io a te perchè visto che non sono più un ragazzino (classe 1967) sentirmi dare del lei specie da un enoppassionato non mi piace proprio.
    Allora la mia azienda è l’Az. Agr. Costa Archi con sede in Castel Bolognese loc. Serra recensito alla pag. 389 dell’ultima guida “I vini d’Italia 2010” dell’espresso.
    Al momento in commercio ho 5 vini:
    Un Sangiovese superiore (Assiolo) un Riserva (Monte Brullo) un taglio Sangiovese – Merlot (Beneficio) un Cabernet S. (Prima Luce) e un esperimento bianco con Bianchino Faentino (Montù) e Albana. Se vuoi contattarmi o consulti la guida o manda una mail a Stefano, che non credo abbia problemi a girarmela. Mi scuso con te perchè ogni tanto uso il Romagnolo ma spesso la battuta in quella lingua rende ben più che non in Italiano. “T’nem bòta” significa “Teniamo duro”. D’ora in avanti metterò la traduzione di seguito.
    Ah, non sono sempre arrabbiato anzi, però come dicono a Roma “Ahò, quanno ce vò, ce vò”. Un caro saluto e a presto. Gabriele.
    Ringrazio comunque sempre Stefano che mi dà ospitalità. Aspetto sempre i suoi commenti sulle guide dei vini in uscita o appena uscite.

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  6. ciao stefano,mi chiamo pablo gallicani ,sto cercando stefano berti che nel 1983 era a belluno nel gruppo sportivo brigata alpina cadore .se sei tu contattami su facebook

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