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Domani, dopo aver imbottigliato il secondo lotto del Ravaldo 2006, inizieremo la vendemmia del sangiovese, in anticipo anche sul 2003 che ci vide raccoglierlo al 31 agosto: allora mi dissi che avevo vissuto un evento unico, epocale, difficilmente ripetibile, e invece a distanza di soli quattro anni eccoci di nuovo. Due vigne in particolare, meglio esposte, più vecchie e diradate prima, hanno tutte le carte in regola per essere raccolte. Gli zuccheri sono già abbondanti, se vogliamo usare un eufemismo, gli antociani anche, mentre al contrario di quello che si poteva immaginare l’acidità totale è ancora abbastanza alta e il pH basso( l’acido malico non l’ho fatto e non so quanto sia) questo almeno risulta dalle analisi fatte in laboratorio sui campioni che abbiamo mandato. A parte il fatto che un po’ di acidità in più e il pH basso non ci fanno schifo bisogna dire che non sempre le campionature fatte in pre vendemmia sono attendibili come ci si potrebbe aspettare, soprattutto per l’oggettiva difficoltà a raccogliere un campione rappresentativo di tutto l’appezzamento che si vuole vendemmiare. Comunque al di là dell’analisi chimica ci fidiamo di più di quella sensoriale, del palato, dell’assaggio, che ci dice che l’uva è buona, croccante e saporita e quindi pronta, vedremo poi, pigiata la prima vasca, se avevamo ragione o se abbiamo preso una cantonata.
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