Ieri pomeriggio sono stato a Bagnacavallo alla Rassegna nazionale dei vitigni autoctoni e di tradizione italiani organizzata da Slow Food chiamata “Figli di un Bacco minore ?” per un incontro colloquio con i due agronomi friulani Marco Simonit e Pierpaolo Sirch sul tema della corretta gestione del vigneto e sulle tecniche per evitare l’invecchiamento precoce delle vigne. I due tecnici sono consulenti di aziende quali Gaja, Sassicaia, Bellavista, Ferrari, Feudi di San Gregorio. etc… e proponevano una parte dell’intervento tenuto qualche settimana fa all’assise dei Vigneron d’Europa a Montpellier. Il concetto fondamentale della questione è: per non far invecchiare le viti anzitempo mai fare tagli di potatura su legno più vecchio di due anni. Questa affermazione, frutto di 20 anni di studi e osservazioni in campo, sembra semplice e banale mentre non è assolutamente scontata visto che comunque sono decenni che nelle scuole agrarie e nei testi di studio si parla sempre di tagli di ritorno anche su legno ben più vecchio di 3 anni. Lo stesso Fregoni nel suo famoso libro ” Viticoltura di qualità” a pag. 434 dice:”…Nell’alberello ed in genere in tutti i sistemi di potatura corta, qualche sperone si viene a trovare, col passare degli anni, inserito troppo lontano dalla base iniziale. All’inconveniente si rimedia con la cosidetta “potatura di ritorno”, che consiste nel conservare sulla branca uno sperone supplementare ricavato da qualche succhione spuntato più in basso, sul quale verrà applicato il consueto metodo di potatura…”. Esattamente quello che non vogliono i due agronomi che invece raccomandano di mantenere sempre gli stessi speroni evitando così fenomeni di tillosi e di infezioni fungine che un po’ alla volta rendono il legno non più funzionale. Alla prossima potatura invernale metteremo in atto questi consigli e vedremo chi aveva ragione.