Va dove ti porta il biologico

Cosa si fa in azienda quando in vigna non si combina niente per il ghiaccio e la neve ? Ci sarebbero per esempio tutti quei lavoretti in cantina che vengono sempre rimandati perchè ce ne sono sempre altri di più urgenti, ma col freddo che fa non c’è molta voglia di mettere i piedi negli stivali e le mani a mollo nell’acqua. Si potrebbero sistemare in ufficio tutte le scartoffie relative al vecchio anno e prepararsi ad accogliere quelle nuove però… abbiamo tutto un anno davanti ! Quindi una cosa che ho fatto per rimanere in questo clima gelido e ovattato è stato leggermi “Shining” di Stephen King, così giusto per restare in tema, poi mi sono fatto un giro nel web per leggermi un po’ di bilanci e di sani propositi per l’anno nuovo. Ce ne sono tanti ma per me il più interessante è quello dell’esimio collega Paglia, eccelente produttore di Morellino e tanto altro in quel di Grosseto, che in questo bilancio-rilancio traccia le linee di sviluppo non solo per la sua azienda ma purtroppo, volenti o nolenti, anche per tutti i produttori che vogliono restare sul mercato del vino in questo momentaccio. I punti fondamentali del post di Paglia sono:

  • aumento a due cifre del fatturato ( che vuol dire che hanno lavorato veramente bene)
  • conversione al biologico ( questo sì che  è essere trendy per assecondare le richieste del pubblico pagante)
  • piante in equilibrio in grado di produrre più freschezza e meno concentrazione ( quest’anno non c’è stato un giornalista o una guida che non abbia usato questi termini per parlar bene di un vino)
  • espansione dei vigneti in affitto ( vendendo molto giustamente si allarga)
  • attività di distribuzione e di rapresentanza di altri vini ( qui veramente Paglia ha quadrato il cerchio, tanto di cappello)

A questo punto altro non si può dire se non : Giampaolo se ti manca del vino facci una telefonata!

Pubblicato da Stefano Berti

vignaiolo

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16 commenti

  1. @ Stefano
    Pensi che se dico a mia madre di affittare il nostro podere a Gianpaolo Paglia lui accetti? Così giusto per vedere se è bravo a vendere anche il Sangiovese di Romagna…..

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  2. eh, ragazzi, se ero in Emilia-Romagna stai sicuro che il Lambrusco e il Sangiovese di Romagna li spingevo bene, ma in Toscana…
    Terro’ a mente comunque, non si sa mai.
    Grazie Stefano per il rilancio.

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    1. Ciao Mr. Paglia (ti chiamo così per non confondermi con l’altro GP); pensi veramente che in Toscana, con tutto il Sangiovese che c’hanno in giro si “abbassino” (oppure si “elevino”) a comprare e bere il Sangiovese romagnolo? Meglio che non dica i commenti che ho sentito da alcuni Toscani (erano tutti di Firenze) sul Sangiovese Romagnolo; ti verrebbe voglia veramente di dar via l’azienda e cambiare mestiere.

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  3. Non mi spiego come mai i fiorentini dovrebbero parlare male del nostro sangiovese, in fondo lo conoscono assai bene, avendolo ospitato varie volte. Non trovate?

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    1. ?!?!?
      Ahhhh; ora ho capito, non vorrai mica fare la malalingua……parlando di cisterne che scavallano l’appennino 🙂

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  4. mi unisco e concordo con giovanni e gabriele , ci sarebbe tanto da dire ma l ‘argomento è delicato.ciao ciao@gabriele :è tanto che non entro nel sito del sig. berti ma ho visto che ora ne hai anche uno tu ?

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