La Romagna non è sicuramente un territorio molto conosciuto per i suoi vini, le bottiglie qui prodotte hanno dei prezzi molto abbordabili e in questo momento di stagnazione anche i prezzi delle uve hanno quotazioni piuttosto basse. Nonostante questo c’è qualcuno che si prende la briga di fare il maquillage ad una vigna di vent’anni, con un sesto d’impianto larghissimo e la cui uva oltre tutto è destinata ad una cantina sociale, togliendo tutti i fili vecchi e tutti i pali di cemento, quelli con tutti i buchi di una volta, per poi sostituirli, non come potrebbe fare un vignaiolo qualunque, con pali di legno o di ferro zincato o di cemento precompresso o di plastica, ma bensì con pali di acciaio inossidabile. Spreconi !
Ah ! La Romagna… Ebbene confesso… pur amando molto questa terra da cui proveniva mia madre, dal punto di vista vitivinicolo la conosco assai poco, a parte il Sangiovese che tu Stefano, mi pare, coltivi in ( assoluta?) prevalenza… e l’ Albana, mi restano quasi sconosciute la Cagnina ( che è il terrano, confermi?) e il pagadebit.
Vini locali, vini “minori”?
Arrivederci al Vinitaly ( e nel frattempo di ho messo tra i miei click) er la “consultazione periodica”, in attesa di… consultare i vini!
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