Buono non basta più !

Sul numero 22 della rivista Slow Food Piero Sardo scrive:”… ‘E forse giunto il tempo di abbattere uno dei totem della degustazione, assaggiando a bottiglie scoperte, tenendo davanti al naso non solo il bicchiere, ma anche l’autocertificazione dell’azienda, che racconta tutto di come ha fatto quel vino, di come lavora in vigna, di che lieviti usa e che vitigni e che legni. Un’autocertificazione di cui il produttore si assume la responsabilità di fronte ai consumatori e alla legge. In questo modo il buono si relativizza e nella valutazione finale si dà spazio alla sostenibilità, alla naturalità, all’equità sociale. Si aprirebbe, insomma, un nuovo percorso, l’unico in grado di portare l’universo vino in un contesto meno autoreferenziale, meno ambiguo, meno indifferente, se volete, ai grandi temi che l’agricoltura sta vivendo.” Siamo forse all’inizio di una grande rivoluzione ?

Pubblicato da Stefano Berti

vignaiolo

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3 Comments

  1. Ciao Fanfa !!!
    Veramente un bello spazio… e un gran bel vino ! Ti do’ un squillo domani per venire a fare un saluto (… a la scorta !)

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