E allora americano comprati sto Calisto !

Il vino italiano in Usa è ancora il più venduto, ma guai a sedersi sugli allori. Lo dicono i numeri del 2012, con una prima metà dell’anno in calo sia in volume che valore (anche se, va sottolineato, su un 2011 da record). E lo dice anche chi il mercato americano lo vive da anni. È Lucio Caputo, alla guida dell’Italian Wine & Food Institute, per il quale, in sintesi, l’effetto traino dei grandi vini del Belpaese su quelli di fascia più bassa, che sono quelli che vanno per la maggiore, sta svanendo. “Negli ultimi anni, con la crisi, si è fatto di tutto pur di mantenere mercato – spiega a WineNews – puntando anche sui quei vini che si possono vendere a 4-5 dollari. E, grazie all’allure dei grandi vini italiani, sono andati abbastanza bene anche questi. Ma questo effetto “memoria” sta svanendo, perché i consumatori più vecchi, che hanno fatto la fortuna dell’Italia negli anni passati, sono sempre più vecchi, e i giovani oggi spesso non sanno neanche cosa è l’Italia. E quando in un negozio uno si trova a dover scegliere tra un vino italiano che costa 6,5 dollari, o uno argentino, che ne costa 5,5, spesso sceglie Argentina, perché tanto la provenienza non conta troppo e, per quel tipo di consumatore, inizia a non funzionare più l’effetto ricordo dell’“Italia Paese di grandi vini”. E il prezzo reale vince”. Il problema, per Caputo, è che negli States da qualche anno “mancano eventi di promozione focalizzati solo sulle eccellenze, nessuno parla più di grandi vini come Barolo, Brunello, Amarone o Supertuscan. Mi sorprende entrare nei negozi e vedere grandi masse anonime di vini italiani che costano poco di più di vini argentini. Temo che si sia scelta una via troppo facile, puntando sul basso prezzo. È il momento di riportare i vini italiani al livello che loro compete prima che siano definitivamente confusi nella massa dei vini concorrenti e perdano la loro identità”. Anche per questo, il 7 dicembre, sarà di scena una special edition del “Gala Italia”, dedicata solo a vini italiani di grandissimo prestigio, al Pierre Hotel, luogo cult di Manhattan.

By Winenews

Fra i vini di grandissimo prestigio mancherà solo il Calisto.

Pubblicato da Stefano Berti

vignaiolo

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1 commento

  1. oltre al Calisto mancherà anche l’Albone-da leggere l’alb -one(uno in Americano)..quando si parte a pigiare ? io tra pochissimo, appena guariscone le bruciature da soda.ciao GP

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