Iniziamo coi trucioli

Arieggiamento, trattamenti termici, centrifugazione e filtrazione, utilizzo di anidride carbonica, utilizzo di lieviti per vinificazione, aggiunte di fosfato bibasico o di solfato di ammonio, aggiunta di solfito di ammonio, aggiunta di dicloridrato di tiamina, utilizzo di anidride solforosa (in varie forme), chiarificazione con colla di pesce, caseina o caseinato di potassio, ovoalbumina e/o lattalbumina, bentonite, diossido di silicio, tannino, enzimi pectolitici, preparato di betaglucanasi, utilizzo di acido sorbico, acido tartarico, tartrato neutro di potassio, bicarbonato di potassio, carbonato di calcio, tartrato di calcio, preparati di scorze di lieviti, polivinilpolipirrolidone, batteri lattici, aggiunta di lisozima, acido citrico, acido L-ascorbico, tannino, utilizzo di gomma arabica.

Per chi non lo sapesse  queste sono solo alcune delle pratiche e dei trattamenti enologici autorizzati dalla Comunità Europea.

Detto ciò, siamo sicuri che i trucioli di cui tanto si è discusso siano il Problema?

Dall’editoriale di Alessandro Masnaghetti sul n°8 di Enogea.

Pubblicato da Stefano Berti

vignaiolo

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12 commenti

  1. Nessuno dei trattamenti elencati serve a buggerare il consumatore, scimmiottando le sensazioni di legno da barrique. Affiancare pratiche come le chiarifiche ai chips, poi, mi pare buffo assai.
    A prop, e tu, li usi?

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  2. Non si può fare battaglia a tutto, soprattutto non a tutto insieme. La blogosfera del vino ha semplicemente iniziato su questo terreno e l’iniziativa “Chipsfree” una volta online si occuperà di autocertificazioni in senso ampio, non solo relative ai chips. Come dice bene Fiorenzo, il chips è un inganno, per lo meno fino a che non è scritto BELLO CHIARO in etichetta.

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  3. Mi sembra che abbiate una visione un po’ truciolocentrica, forse nel settore ci sono problemi un po’ più pressanti, tipo i consorzi di controllo sulle DOC, la burocrazia sempre più pesante, i balzelli che paghiamo per controlli inutili, un difficile accesso al credito per gli investimenti, la lentezza nei pagamenti da parte di ristoratori ed enotecari, i rapporti con gli agenti, gli strani indirizzi dei piani di sviluppo regionali, etc……….

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